All’epoca sembrava un’ottima idea. Eppure, molti dei protagonisti delle “grandi dimissioni” del 2021 oggi si dichiarano insoddisfatti della decisione di lasciare il proprio posto di lavoro. Infatti, dopo il “great resignation” arriva un nuovo fenomeno: il “great regret”, ovvero il “grande pentimento” per aver lasciato il vecchio posto di lavoro. Ne parliamo in questo approfondimento.

Le “grandi dimissioni”: uno sguardo al 2021

Il 2021 è stato l’anno delle “grandi dimissioni” per il mercato del lavoro italiano, riguardando da vicino quasi 2 milioni di lavoratori e lavoratrici. Il fenomeno delle “grandi dimissioni” è stato causato da diversi fattori, tra cui il cambiamento delle priorità delle persone, la maggiore flessibilità nel lavoro da remoto e la ricerca di nuove opportunità più stimolanti.

Tuttavia, la stragrande maggioranza di coloro che hanno lasciato il lavoro negli anni post pandemici ha ammesso di aver rimpianto il vecchio posto di lavoro, dando così il via a una nuova tendenza, quella del “grande rimpianto” del posto di lavoro. Ma quali sono le motivazioni di tale rimpianto?

Le ragioni del “grande pentimento” per il vecchio posto di lavoro

Molti lavoratori e lavoratrici si sono resi conto che l’aver lasciato il proprio lavoro durante la pandemia non è stata una decisione vantaggiosa. Infatti, stando a una recente ricerca condotta da Paychex sul mercato del lavoro statunitense, 8 lavoratori su 10 affermano di essersi pentiti di aver lasciato il vecchio posto di lavoro

Perché questo pentimento? Tra le principali motivazioni, quella più citata dai lavoratori è rappresentata dalla difficoltà riscontrata nella ricerca di una nuova occupazione. Un terzo degli intervistati, riferisce che la ragione del loro rammarico è dovuta alla nostalgia degli ex colleghi. Poi seguono una serie di motivazioni legate all’ambito economico: il 27% dichiara di non essere soddisfatto dello stipendio offerto dalla nuova azienda, il 23% preferisce il sistema di incentivazioni offerto dalla precedente azienda, Altri motivi del “rimpianto” sono legati alla mancanza di equilibrio vita privata-lavoro, smart working, flessibilità oraria e pasti gratuiti.

Il pentimento come occasione di apprendimento

Le recenti ricerche evidenziano che le ragioni del rimpianto per il cambiamento del posto di lavoro possono essere di diversa natura, a partire dalla nostalgia per i vecchi colleghi alla retribuzione non in linea con le aspettative del lavoratore. Tuttavia, il pentimento può diventare anche un’ottima occasione per riflettere sui propri bisogni ed acquisire una maggiore consapevolezza di ciò che si vuole veramente dalla propria carriera professionale. Questo può aiutare a evitare gli stessi errori in futuro e a compiere scelte più ponderate.

Ovviamente, nessuno ha la sfera di cristallo ed è impossibile prevedere cosa accadrà nel nuovo posto di lavoro. Ma affinché un nuovo eventuale impiego non deluda ulteriormente le proprie aspettative è fondamentale identificare i fattori che rendono un ambiente di lavoro adatto alle proprie esigenze e selezionare un’opportunità lavorativa che soddisfi tali criteri.

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