L’inserimento nel mondo del lavoro non è sempre semplice, specialmente in un momento storico come quello attuale. Alcune categorie di lavoratori infatti hanno bisogno di maggiore supporto nel percorso di collocamento lavorativo attraverso azioni concrete: le politiche attive del lavoro servono proprio per questo. Scopri di più in questo approfondimento.

Cosa sono le politiche attive del lavoro

Quando parliamo di politiche attive del lavoro (PAL) parliamo di tutte quelle iniziative, misure e programmi promosse da enti nazionali e locali finalizzate al sostegno dell’inclusione lavorativa di tutte le persone. Solitamente queste misure vengono messe in atto da diversi soggetti, tra cui le Agenzie per il lavoro, attraverso attività volte all’orientamento, alla formazione e al rafforzamento delle competenze necessarie per supportare le persone nella ricerca di un impiego. Ma vediamo insieme quali sono le linee direttrici delle politiche attive e quali sono i principali obiettivi di questa importante misura al sostegno dell’occupazione.

Quali sono gli obiettivi delle PAL

Gli obiettivi principali delle politiche attive del lavoro seguono i 4 pilastri della Strategia Europea per l’Occupazione (SEO) e sono:

  1. occupabilità: garantire che i disoccupati abbiano le giuste competenze e i giusti incentivi per reinserirsi nel mondo del lavoro e di promuovere un mercato del lavoro aperto a tutti;
  2. adattabilità: tenuto conto della globalizzazione e dei rapidi sviluppi tecnologici, assicurare che i lavoratori e l’organizzazione del lavoro siano abbastanza flessibili da rispondere ai continui mutamenti del mercato;
  3. imprenditorialità: rendere più semplice l’avvio e la gestione di un’attività, oltreché l’assunzione di persone che vi lavorino;
  4. pari opportunità: consentire a tutte le persone di lavorare in un contesto di pari opportunità e uguali responsabilità.

Per dare maggiore concretezza alle politiche attive del lavoro, a partire da questi macro obiettivi, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha individuato i 5 ambiti di intervento che sono:

  • servizi di orientamento e collocamento lavorativo;
  • creazione diretta e temporanea dei posti di lavoro;
  • servizi di formazione e riqualificazione professionale attraverso Dote Unica Lavoro  e Garanzia Giovani;
  • servizi e sostegno finanziario all’autoimprenditorialità.

Si tratta quindi di un insieme di misure che possono essere attuate da diversi enti, pubblici e privati, e che vogliono supportare il lavoratore in modo concreto nella ricerca, appunto, attiva di un’occupazione

Bene, ora che abbiamo compreso che cosa sono le politiche attive del lavoro cerchiamo di capire quali sono le politiche passive del lavoro e la differenza tra le due.

La differenza tra politiche attive e passive del lavoro

In sostanza, le politiche passive del lavoro, conosciute anche come ammortizzatori sociali, consistono in una serie di misure a sostegno al reddito volte ad aiutare i lavoratori ad affrontare i problemi socio-economici causati dalla perdita involontaria di lavoro. Tra le  principali misure delle politiche passive del lavoro troviamo la Naspi, la Cassa integrazione, il Reddito di cittadinanza, i Contratti di solidarietà, l’Indennità di mobilità. 

Quindi, a differenza delle politiche attive del lavoro finalizzate all’inserimento del soggetto nel mercato del lavoro, le politiche passive hanno come obiettivo quello di fornire un sostegno economico al reddito

Chi sono i beneficiari delle politiche attive del lavoro

Le politiche attive per il lavoro si rivolgono a disoccupati o persone sottoccupate, inattivi, persone alla ricerca di un primo impiego o lavoratori appartenenti alle categorie protette. In particolare, i soggetti beneficiari delle PAL sono:

  • inoccupati (persone alla ricerca del primo impiego);
  • giovani under 30 (destinatari del progetto Garanzia Giovani);
  • disoccupati over 50 (anche soggetti a un percorso formativo di riqualificazione);
  • percettori di Naspi o di reddito di Cittadinanza;
  • donne (in riferimento all’ambito di tutela alle pari opportunità);
  • categorie protette, svantaggiate e ultra-svantaggiate;
  • lavoratori Cigs, ovvero soggetti collocati in cassa integrazione nonché lavoratori in mobilità.

Attenzione però, ogni regione e ogni progetto di politiche attive ha requisiti specifici. È necessario quindi leggere con attenzione tutti i requisiti elencati all’interno delle pagine dedicate ai singoli progetti prima di procedere con l’iscrizione.

Se anche tu vuoi partecipare a un percorso di politiche attive e non sai a chi rivolgerti, noi di Samsic HR Italia siamo a tua disposizione. Attraverso la nostra Divisione Welfare potrai ricevere servizi personalizzati di orientamento, formazione, riqualificazione e inserimento lavorativo. Visita la filiale più vicina o inviaci la tua richiesta di contatto.

 

Contattaci per maggiori informazioni